Questo numero di Studi Bitontini è dedicato alla memoria di Felice Moretti, al quale tutti gli autori dei saggi ivi contenuti sono stati legati da sentimenti di stima e di affetto, avendo avuto la possibilità di conoscerlo, frequentarlo e apprezzare le sue doti professionali e umane, il suo costante impegno negli studi, la sua insopprimibile passione per la promozione della cultura.
Molti di noi hanno avuto il dono della sua amicizia sincera. Spesso allietati dal suo sentimento del giocoso. Sempre affascinati dal suo narrare con lieve candore ed entusiastico trasporto i vari tempi e le diverse forme artistiche del francescanesimo. Più volte si sono lasciati afferrare dalla sua gioia di vivere intensamente la vita, dalla passione per Federico II e dalle ricerche su frate Luca. Le sue doti di studioso l’hanno portato a cogliere la complessità e l’interesse problematico di particolari tematiche d’età medievale. Dalla concezione del tempo e della storia calata in una dimensione teologica alla funzione dell’exemplum con le sue aperture sull’immaginario e la sua immersione nell’ordine visivo e reale delle cose e la capacità di diventare una Bibbia della quotidianità, dalle ragioni del sorriso nell’arte alla condanna del riso che è pur figlio della storia da parte della cultura esageratamente seria e glaciale, sino all’intera problematica della religiosità medievale che lo guidava a interpretare il bestiario scolpito nella pietra che adorna la facciata e i capitelli delle Cattedrali romaniche, soprattutto quella di Bitonto, come rappresentazione di un modo di vedere la natura e di individuazione del legame con Dio creatore e ordinatore dell’universo.
studi bitontini
Copertina del numero 101-102 di Studi Bitontini, dedicato a Felice Moretti